Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA ULTIMA
 
 VENCESLAO, ERENICE, ERNANDO e li suddetti
 
 VENCESLAO
 (Ed è vero? E lo veggio?)
 CASIMIRO
 Padre e signor, ritorno
1545volontario a’ tuoi ceppi,
 depongo ancor la spada e piego il capo.
 Solo a questo perdona
 popol fedel. Zelo indiscreto il mosse,
 non fellonia. Di Venceslao nel figlio
1550salvo amò Venceslao, non Casimiro.
 Pensò a la fonte ond’io traea la vita,
 non al delitto ond’io correva a morte.
 Non parlo per la sposa.
 Il suo grado e ’l suo amor fan le mie veci.
1555Di me disponi. In me le leggi adempi.
 In me punisci il fallo.
 Fratricida infelice io morir posso,
 non mai figlio rubel, non reo vassallo.
 LUCINDA
 
    Viva, viva Casimiro.
 
 TUTTI
 
1560Viva, viva. (Venceslao va sul trono)
 
 VENCESLAO
 Popoli, da quel giorno, in cui vi piacque
 pormi in fronte il diadema, in man lo scettro,
 resi giustizia e fui
 ministro de le leggi e non sovrano.
1565Ora non fia ch’io chiuda
 con ingiusta pietade e regno e vita.
 Si deve un fratricida
 punir nel figlio. Il condannai. La legge
 re mi trovò, non padre.
1570Voi nol volete; ed ora
 padre, non re mi troverà natura.
 Figlio, ti accosta.
 CASIMIRO
                                 Al soglio
 piego umil le ginocchia. (Casimiro ascende due o tre gradini del trono e s’inginocchia dinanzi al padre)
 LUCINDA
 (Cor, non anche  t’intendo).
 VENCESLAO
1575Qual re avesti, Polonia, il raro, il grande
 atto, per cui lo perdi, ora t’insegni.
 Volermi ingiusto è un non voler ch’io regni. (Venceslao si cava la corona di capo, in atto di porla su quello del figlio)
 CASIMIRO
 Che fai, signor?
 VENCESLAO
                                Conviene
 far cader la tua testa o coronarla.
 CASIMIRO
1580Mora il figlio e tu regna.
 VENCESLAO
                                               Il re tu sei.
 Col voler di Erenice,
 con la virtù di Ernando,
 il popolo ti acclama. Io reo ti danno
 e assolver non ti posso.
1585Orché tu se’ sovrano,
 assolverti potrai con la tua mano. (Venceslao corona il figliuolo al suono di timpani e trombe)
 LUCINDA
 (Gioie, non mi opprimete).
 VENCESLAO
 Con giubbilo or discendo
 da l’altezza suprema.
1590Per un figlio acquistar, lascio ’l diadema. (Preso per mano Casimiro discende con esso lui dal trono)
 CASIMIRO
 La corona io ricevo
 in deposito, o padre, e non in dono.
 Tu sarai re. Io servo
 le leggi tue pubblicherò dal trono.
 ERNANDO
1595Io pure in te, nuovo monarca, adoro
 l’alto voler del tuo gran padre.
 CASIMIRO
                                                         Ernando,
 non eredito re gli odi privati.
 Ti abbraccio, amico. E tu, Erenice, in lui
 da me prendi uno sposo,
1600se nel fratello un te ne tolsi.
 ERNANDO
                                                    O sorte!
 ERENICE
 Signor, erra insepolta
 ancor l’ombra amorosa. Almen mi lascia
 pianger l’estinto, anziché il vivo abbracci.
 ERNANDO
 Mi basta or sol che rea
1605ne l’amarti non sia la mia speranza.
 ERENICE
 Tutto speri in amor merto e costanza.
 CASIMIRO
 Ultimo a te mi volgo,
 diletta sposa; cari
 solo per te mi son la vita e ’l regno.
 LUCINDA
1610Tanta è la gioia mia
 che parmi di sognar, mentre ti annodo.
 ERNANDO
 Col tuo giubbilo, o patria, esulto e godo.
 VENCESLAO
 Figlio, sul trono ascendi;
 e le festive pompe
1615destinate per me sieno tue glorie.
 Oggi per te rinasco; oggi più degno
 principio e nuova vita e nuovo regno. (Casimiro presa Lucinda per mano ascende sul trono. Seggono intorno a lui Venceslao e gli altri al suono di allegra sinfonia)
 CORO
 
    Vivi e regna fortunato,
 nostro duce e nostro re.
 
1620   Te si unisca a far beato
 tempo e sorte, amor e fé.
 
 La FORTUNA sovra il globo
 
 FORTUNA
 I beni di natura e di virtude
 non ti arreca Fortuna.
 Gli hai teco e a te gli dei.
1625Ti arreco i miei. Propizia
 per te ognor volgerò l’istabil ruota.
 Tessano la tua vita a stami d’oro
 per lunga età le Parche.
 
    Sia trionfo ogni tua guerra,
1630del tuo nome empi la terra.
 
 Ti sia serva Fortuna e ubbidienti
 al tuo cenno real sien gli elementi.
 
 L’ARIA
 
    Tuoi vessilli spiega ardito
 che aura amica i gonfierà.
1635Aura amica in ogni lito
 il tuo nome spargerà.
 
 IL FUOCO
 
    Quel che t’arde, o re, nel core
 non è sangue, un foco egli è.
 Foco sì di vivo amore
1640 per la gloria e per la fé.
 
 L’ACQUA
 
    Per dar fregio al regal manto
 oro ha ’l Tago e perle il mar.
 Ma tu sai con più bel vanto
 di virtù l’alma adornar.
 
 LA TERRA
 
1645   Per far serto a le tue chiome
 lauri e palme io produrrò.
 Sarò angusta al tuo gran nome,
 se al tuo scettro basterò. (Siegue la danza di popoli festeggianti con suono e canto)
 
 TUTTI
 
    Vivi e regna fortunato,
1650nostro duce e nostro re.
 
    Te si unisca a far beato
 tempo e sorte, amor e fé.
 
 Il fine