Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA IV
 
 VENCESLAO, poi ERENICE
 
 VENCESLAO
 Importuno dover, quanto mi costi!
1440Esser non posso al figlio
 e buon padre e buon giudice. A la legge
 sacrifico natura;
 e sol la mia giustizia è mia sciagura.
 ERENICE
 Vengo...
 VENCESLAO
                  Erenice, ad affrettar se vieni
1445del reo figlio la pena,
 risparmia i voti. A te de la vendetta
 debitor più non sono.
 Il figlio condannato assolve il padre.
 ERENICE
 E te ne assolve ancora
1450la pietà di Erenice.
 Per me non vegga il regno
 un genitor carnefice a sé stesso,
 un popolo rubello al suo monarca,
 la natura in tumulto,
1455la patria in armi, la pietà in esiglio.
 A l’ombra di Alessandro
 basti il mio pianto; e ti ridono il figlio.
 VENCESLAO
 No, con la tua pietade io non mi assolvo.
 Se restano impunite,
1460passan le colpe in legge;
 e non le teme il volgo,
 se l’esempio del re non le corregge.