Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA X
 
 ERENICE e li suddetti
 
 ERENICE
 Signor, che il tuo potere (A’ piedi di Venceslao)
875fra giustizia e pietà libri egualmente,
 difensor de le leggi,
 scudo de l’innocenza,
 giusto re, giusto padre, ecco a’ tuoi piedi,
 principessa dolente,
880chiedo la mia vendetta,
 chiedo la tua. Lagrime chiedo e sangue.
 Ti vo’ giudice e padre. Ah! Rendi al mondo
 a pro del giusto ed a terror de l’empio
 di virtù, di fortezza un raro esempio.
 VENCESLAO
885Sorgi, Erenice; e la vendetta attendi
 che ’l tuo dolor mi chiede.
 ERENICE
 Qual io sia, ben ti è noto. (Si leva)
 VENCESLAO
                                                 A’ tuo’ grand’avi
 quel diadema ch’io cingo ornò le tempia.
 ERENICE
 Senza offenderti, o sire,
890amar potea l’un de’ tuoi figli?
 VENCESLAO
                                                        Amore
 non è mai colpa, ove l’oggetto è pari.
 ERENICE
 Del pari ambo i tuoi figli
 per me avvampar. Ma ’l foco
 fu senso in Casimiro,
895fu virtù in Alessandro.
 L’un sua preda mi amò, l’altro sua sposa.
 A risolver fra loro
 onestà non fu tarda.
 Piacque il pudico amante, odiai l’impuro.
900Amor che strinse i cori
 strinse le destre; e fu segreto il nodo
 per tema del rival, non per tua offesa.
 CASIMIRO
 Mio rivale il germano?
 ERENICE
 Io questa notte i primi
905maritali suoi baci
 coglier dovea; l’ora vicina e d’ombre
 sparso era il ciel, quand’egli
 ne’ tetti miei, su le mie soglie e quasi
 sugli occhi miei trafitto... Aimè!... Perdona
910la libertà del pianto... (Piange)
 Freddo, esanime, esangue
 versò da più ferite e l’alma e ’l sangue.
 VENCESLAO
 Come? Morto Alessandro?
 ERNANDO
 (Misero prence!)
 CASIMIRO
                                  (O cieco
915furor, dove m’hai tratto? Io fratricida?)
 ERENICE
 Sì, morto è l’infelice; e tosto ch’io
 ti miri vendicata,
 ti seguirò agli Elisi, ombra adorata.
 VENCESLAO
 S’agita al tribunal de la vendetta
920la mia, non la tua causa.
 Erenice, ov’è ’l reo?
 ERENICE
                                       Quando tu ’l sappia,
 avrai cor da punirlo?
 VENCESLAO
 Sia qual si vuol, pronta è la scure; il capo
 vi perderà. Già data,
925data ho l’inesorabile sentenza.
 Giustizia è l’ira ed il rigor clemenza.
 ERENICE
 Non tel dica Erenice, il cor tel dica,
 tel dica il guardo. Hai l’uccisor presente.
 Quell’orror, quel pallore, (Additando Casimiro che sta confuso)
930quegli occhi a terra fisi,
 lo stupor de le membra,
 il silenzio del labbro e più di tutto
 quel ferro ancor fumante (Casimiro si lascia cader lo stile di mano)
 de la strage fraterna a te già grida
935che un figlio del tuo figlio è l’omicida.
 VENCESLAO
 (Già cedo al nuovo affanno). (Si cuopre gli occhi col fazzoleto)
 CASIMIRO
                                                       (O destra! O ferro!)
 ERNANDO
 (Miserabile padre!)
 ERENICE
 Casimiro l’uccise. Ei fece un colpo
 degno di lui. Se nol punisci, o sire,
940avido ancor di sangue
 verrà quello a vuotar ch’hai ne le vene.
 L’uccisor di un fratello
 esserlo può di un padre.
 Vendetta, o re, vendetta
945di te, di me. Ragion, natura, amore
 la dimanda al tuo core.
 Se re, se padre a me negar la puoi,
 numi del cielo, a voi la chiedo, a voi.
 VENCESLAO
 Parla; le tue discolpe (A Casimiro)
950giudice attendo.
 CASIMIRO
                                 Il ciel volesse, o sire,
 che del misfatto enorme,
 come n’è ’l cor, fosse innocente il braccio.
 Son reo; son fratricida;
 non ho discolpe; il mio supplizio è giusto.
955Io stesso mi condanno, io stesso abborro
 questa vita infelice,
 dal mio re condannata e da Erenice.
 VENCESLAO
 Va’, principessa, ed a me lascia il peso
 de la comun vendetta.
 ERENICE
960Destra real, ti bacio
 e ’l misero amor mio da te l’aspetta.
 
    Ricordati che padre
 tu se’ ma tutto amor
 del figlio esangue.
 
965   Contenta alor morrò
 che ’l ferro apporterò
 del barbaro uccisor
 tinto nel sangue.