Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA VI
 
 LUCINDA
 
 LUCINDA
 Lusinghiamoci ancora
 né disperiam, teneri affetti. L’alma
 del tuo piacer riempi,
805speranza adulatrice;
 e vieni il dolor mio
 di letargo a coprir, se non di obblio.
 
    Più fedele e più amoroso
 il mio sposo abbraccerò.
 
810   Ei dirà: «Mia cara vita,
 ti ho tradita e ti amerò».