Temistocle, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 ARSACE
 
 ARSACE
 Come il cor d’Artaserse
490ad un tratto cangiò! Stimola l’ire
 Cambise e nutre il foco.
 D’un eroe forma un empio.
 Come occulto nimico,
 come spia della Grecia al re lo infama
495e vuol torgli il maligno e vita e fama.
 
    Dal livor, che freme in corte,
 la virtude è mal sicura.
 
    Là ritrova e là sostiene
 più nimici, allorch’è forte,
500e più macchie, allorch’è pura.
 
 Il fine dell’atto secondo