Gl’inganni felici, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 Bosco.
 
 SIFALCE con guerrieri
 
 SIFALCE
1040Questo è il loco ove attendo,
 cacciatore amoroso,
 quella, di cui son preda,
 mia bellissima fiera. Ove più folta
 nega l’ombra selvaggia adito al sole,
1045taciturni e nascosti,
 l’attenderemo al varco; e allor che giunga,
 cader l’irsute chiome
 vedremo al bosco e a questi orrori intorno
 nascer da que’ begli occhi
1050non conosciuto o non atteso il giorno.
 
    La beltà, che mi ha rapito,
 fra quest’ombre io rapirò.
 
    Con più rischio un vello d’oro
 già da Colco altri portò.
 
1055   Un più ricco e bel tesoro
 oggi forse al greco lito
 con più gloria involerò. (Si ritira nel bosco)