Temistocle, Vienna, Cosmerovio, 1701

 SCENA VI
 
 CLEARCO, ARSACE e li sudetti
 
 TEMISTOCLE
135(Che veggio?)
 CLEARCO
                             (Oh numi!)
 TEMISTOCLE
                                                     (Ambasciador Clearco?)
 CLEARCO
 (Temistocle presente?)
 CAMBISE
                                             (E quegli e questi
 sembra in vista turbato).
 CLEARCO
 (Infelice amor mio, sei disperato).
 ARTASERSE
 Parla; già lessi.
 CLEARCO
                               (Oh dio!)
140Re, non è tal l’arcano
 che noto a tutti...
 ARTASERSE
                                  Parla,
 qualunque ei sia. S’è giusto,
 non ne arrossir. S’ei mi vuol reo, già puoi
 per me coprirlo entro un oblio profondo.
145Ciò che ascolta Artaserse, oda anco il mondo.
 CLEARCO
 Parlisi pur.
 TEMISTOCLE
                        (Che fia?)
 CLEARCO
 O de’ Medi, o de’ Persi
 monarca invitto, il cui destin minore
 è sol de la tua fama e del tuo core,
150a te la Grecia, a te Micene e Sparta
 e più d’ogn’altra Atene,
 per me, suo figlio e messaggier verace,
 in brevi accenti invia salute e pace.
 Brama che agli odi antichi
155si dia fin, non che tregua. Efeso e Rodi
 sien tue; sia tua la Tracia e tua l’Eubea,
 non poca parte e a’ Persi
 non facile conquista. Ella ti chiede
 in Temistocle solo,
160tuo prima, or suo nemico,
 il prezzo a tanti regni. Ama ed accetta
 un ben ch’è tua grandezza e tua vendetta
 ARTASERSE
 Dicesti?
 CLEARCO
                   Dissi.
 ARTASERSE
                                Anzi che cada il giorno,
 ciò che io risolva udrai.
 CAMBISE
165(Dubbia è l’alma real).
 TEMISTOCLE
                                            (Che intesi mai!)
 ARTASERSE
 Arsace.
 ARSACE
                 Sire.
 ARTASERSE
                             A me qui reca il grave
 scettro guerriero e ’l militare ammanto. (Arsace parte)
 TEMISTOCLE
 (O patria ingrata!)
 CLEARCO
                                     (Io tengo appena il pianto). (Ritorna Arsace, seguito da un paggio che sostiene un bacino col bastone da guerra e colla porpora militare)
 ARSACE
 Ecco l’ostro e lo scettro.
 ARTASERSE
170Duci, soldati, ad alte imprese e degne
 de la vostra virtù, de’ nostri voti,
 vi ha raccolti un mio cenno.
 È già tempo che al moto
 si dia l’impulso e ch’io vi nomi il duce,
175alma di sì gran corpo. Io tal l’ho scelto,
 qual mai l’Asia non l’ebbe,
 tal che può ad ogni lido
 portar le leggi, ove già stese il grido.
 CAMBISE
 Basta, perché sia grande,
180che sia tua scielta.
 ARSACE
                                    Ei tutta
 la sua grandezza al tuo giudizio ascriva.
 TUTTI
 Viva, Artaserse, viva.
 ARTASERSE
 T’avvicina, Cambise.
 CAMBISE
                                         Io, sire!
 ARTASERSE
                                                          E l’ostro
 tu prendi.
 CAMBISE
                      (O me felice!)
 ARTASERSE
                                                  A te si deve,
185a te, del nostro affetto
 primo e nobile oggetto.
 CAMBISE
 Troppo mi onori.
 ARTASERSE
                                  E di tua man lo addatta
 a l’eroe de la Grecia,
 a l’invitto Temistocle.
 CLEARCO
                                          (Che sento!)
 CAMBISE
190(O vana speme!)
 TEMISTOCLE
                                  (O non atteso evento!) (Cambise prende dal bacino la porpora militare e la pone addosso a Temistocle)
 ARTASERSE
 Mi si porga lo scettro. Or tu, gran duce,
 ti accosta al regal trono;
 e questo or da me prendi
 tributo al tuo valor, più che mio dono. (Arsace col bacino ascende alla sinistra del trono e porge ad Artaserse lo scettro; Temistocle vi ascende poi dalla destra ed Artaserse li porge lo scettro. Suonano fra tanto le trombe militari in segno di applauso. Temistocle in prenderlo bacia la mano al re)
 ARSACE
195(Confuso io miro).
 CAMBISE
                                     (E disperato io sono).
 TEMISTOCLE
 Signor, se a’ tuoi favori e se a’ miei voti
 fieno uguali i trionfi,
 io tuo duce, io tuo servo, oltre i confini
 de le terre e de’ mari,
200porterò le tue leggi e i tuoi destini. (Artaserse scende dal trono)
 ARTASERSE
 
    Del mio diadema il pondo
 tutto riposa in te.
 
    Con vario nome e gloria
 io darò leggi a mondo;
205tu darai legge al re.