Temistocle, Vienna, Cosmerovio, 1701

 SCENA IV
 
 PALMIDE
 
 PALMIDE
 
    La cagion de’ suoi martiri
 il mio cor seguendo va.
 O d’amor strani deliri!
 O d’un cor fatalità!
 
75   Ma se avvampo e fatta amante
 vo gemendo ognor costante,
 se godrò, che mai sarà?
 
 Pria di vederti, o caro,
 Temistocle adorato,
80amante idolatrai
 de la grand’alma tua le glorie e i vanti.
 Ma allor che de’ tuoi rai
 il bello a l’alma mia si pose innanti,
 di virtude e bellezza a sì gran dono,
85vinta mi resi ed ognor vinta sono.
 Vinta è Palmide dunque?
 Vinta da’ suoi affetti?
 Vinta da insano ardore?
 Vinto così già cede un regio core?
90Ah! Che purtroppo il vedo,
 predomina l’affetto, io vinta cedo.
 Ma poiché a te non lice
 discoprirti, o desio,
 e d’amar ti compiaci,
95ama, rifletti e taci.
 
    Se io potessi al caro bene
 le mie pene
 sol ridire ed altro no.
 
    Non si può,
100che il cor mio cieco dio
 con le labbra mi legò. (Qui s’apre da tutti due i lati il gran padiglione, nel cui mezzo si vede un regio trono sontuosamente alla persiana addobbato)