Griselda, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 GRISELDA, ELPINO e i suddetti
 
 GRISELDA
 E per sempre vi unisca, amanti fidi.
 COSTANZA
 Griselda.
 ROBERTO
                    Oimè!
 ELPINO
                                   Regina.
 GRISELDA
 Con si tenero affetto (A Costanza)
 vai consorte allo sposo?
960Con sì onesto rispetto (A Roberto)
 vieni amico alla reggia? È questa, è questa
 dell’imeneo la fede,
 dell’ospizio la legge?
 Nel dì delle sue nozze,
965nel suo stesso soggiorno,
 un marito non ami? Un re non temi?
 O indegni affetti! O vilipendi estremi!
 COSTANZA
 (Misera!)
 ROBERTO
                     (Qual consiglio?)
 ELPINO
                                                      Ancor tacete?
 COSTANZA
 Senti.
 GRISELDA
               Che dir potrai?
 COSTANZA
970Roberto, or ch’io son moglie,
 da me l’ultimo addio prendea poc’anzi,
 rispettoso in amore.
 GRISELDA
 Ma fia d’altri la mano e suo quel core.
 ROBERTO
 Alla fatal partita
975mi affrettava Costanza; io pur non tardo
 da lei volgeva il piede.
 GRISELDA
 Ma lusinga all’indugio è la sua fede.
 COSTANZA
 Innocente è l’affetto.
 GRISELDA
 E i sospiri? Le brame? Onesta moglie
980non ha cor, non ha voti
 che per lo sposo. All’onor suo fa macchia
 anche l’ombra leggiera,
 anche il pensier fugace.
 Saprallo il re. L’offende
985chi le gravi onte sue simula o tace.