Gl’inganni felici, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 AGARISTA, BRENNO e i suddetti
 
 BRENNO
 Olà, fermate.
 AGARISTA
                           Entro al real giardino
 sì audaci? Onde tant’ire?
 ARMIDORO
835(Che dirò?)
 SIFALCE
                         (Son confuso).
 BRENNO
                                                      Ov’è l’ardire?
 ARMIDORO
 Ei pretende che sia
 più lodevol la sua dell’arte mia.
 AGARISTA
 E musica e pittura
 sono in gare di gloria?
 SIFALCE
                                           È ver. (L’inganno
840secondar mi conviene).
 AGARISTA
                                             Ognuno esponga,
 giudice me, le sue ragioni. Il labbro
 dee decider la lite e non il brando. (Si asside)
 ARMIDORO
 Mi accheto al tuo voler.
 SIFALCE
                                             Giusto è il comando.
 BRENNO
 Io pur m’assido e le ragion di entrambi
845con fido orecchio attendo.
 Già di tutto m’intendo. (Si asside)
 ARMIDORO
 Pennello industre...
 SIFALCE
                                      Armonico concento...
 ARMIDORO
 Imita la natura.
 SIFALCE
                                In ciel si pregia.
 ARMIDORO
 Quello gli occhi ricrea.
 SIFALCE
850Questo gli spirti incanta.
 ARMIDORO
 Il mio pinge i trionfi.
 SIFALCE
                                          Il mio li canta.
 ARMIDORO
 La mia arte...
 SIFALCE
                            Il mio studio...
 ARMIDORO
 È muta poesia.
 SIFALCE
 È pittura loquace.
855Il mio parla agli affetti.
 ARMIDORO
 E la mia li convince allor che tace.
 SIFALCE
 Tu dall’ombre ricavi
 ogni tuo lustro.
 ARMIDORO
                               E tu il confidi all’aure.
 SIFALCE
 Ogni goccia corrompe
860l’opre de’ tuoi sudori.
 ARMIDORO
                                          Un sol momento
 vivon le tue; poi le disperde il vento.
 AGARISTA
 Non più. Fu detto assai; decider voglio.
 BRENNO
 Sono in un grande imbroglio.
 AGARISTA
 Quanto allo spirto il corpo cede e il senso,
865tanto cede un pennello
 a musico concento.
 SIFALCE
                                     Udisti?
 ARMIDORO
                                                     Oh dio!
 AGARISTA
 (Così principio a vendicarmi anch’io).
 BRENNO
 Ed a me non si bada? (Ad Armidoro)
 Il parer non si attende?
870Per serbar l’onor mio, meglio è ch’io vada. (Si parte)
 AGARISTA
 Va’, mio Sifalce, al re.
 SIFALCE
                                          Dolce comando.
 Di’ che a lui sarò in breve. E tu qui resta. (Ad Armidoro)
 ARMIDORO
 L’alma paventa e non so come è mesta.
 SIFALCE
 
    Vado e volo in un momento
875col desio di compiacerti.
 
    Solo turba il mio contento
 il dolor del non vederti.