Griselda, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA XVI
GRISELDA
GRISELDA
Serva mi vuol la sorte
alla stessa rivale e vuol ch’io l’ami.
Gualtier m’è sì crudele e pur l’adoro.
A vista de’ miei mali, entro la reggia
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la sofferenza sia
tutto il conforto alla miseria mia.
L’alma più non accusi
o Gualtiero o Costanza. I pianti affreni;
i sospiri rattenga;
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e pentita persin di quei che ha sparsi,
senta l’aspro suo duol senza lagnarsi.
Nel caro sposo almen
io l’orme adorerò
dei primi baci.
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E al mesto cor dirò:
«Benché d’un’altra in sen,
vedilo e taci».
Il fine dell’atto secondo