Glinganni felici, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA XIV
Giardino.
ARMIDORO e SIFALCE
ARMIDORO
(Ecco Sifalce).
SIFALCE
(Ecco Armidoro).
ARMIDORO
(Oh quale
820
ira)...
SIFALCE
(Qual odio)...
ARMIDORO
(In sen mi bolle!)
SIFALCE
(Io sento!)
A DUE
(Forse ch’è mio rival ma nol pavento).
SIFALCE
Tu, che vai qui vagando?
ARMIDORO
Ad ogni piede
è qui libero il varco.
SIFALCE
Ove son io,
tu sempre non sarai.
ARMIDORO
Poco m’importa.
SIFALCE
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Perché non mi conosci,
così audace favelli.
ARMIDORO
E forse troppo
ti conosco qual sei.
SIFALCE
Altrove il folle ardir ben punirei.
ARMIDORO
Né qui né altrove io so temer Sifalce.
SIFALCE
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Se mio eguale tu fossi,
vorrei sfidarti a pugna.
ARMIDORO
Son qual tu vuoi.
SIFALCE
Dunque la spada impugna.
(Si battono)