Griselda, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 GRISELDA
 
 GRISELDA
 
485   Care selve, a voi ritorno
 sventurata pastorella.
 
    Quello è pure il patrio monte;
 questa è pur l’amica fonte;
 e sol io non son più quella.
 
490Se la dolce memoria
 del perduto mio bene
 bastasse a consolar l’alma dolente,
 qui spererei conforto, ove, col nome
 del mio Gualtiero impressi,
495mi ricordan diletti i tronchi istessi.
 Ma che? Nel rivedervi, o patrie selve,
 ove nacque il mio foco,
 cresce l’affanno; e qui spietato e rio
 mi condanna il destino
500a pascer di memorie il dolor mio.
 Andiam, Griselda, andiamo
 ove il rustico letto in nude paglie
 stanca t’invita a riposar per poco;
 e là, scordando alfine
505Gualtier non già ma la real grandezza,
 al silenzio e alla pace il duolo avvezza. (S’incammina verso la capanna)