Griselda, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA II
 
 COSTANZA e poi ROBERTO
 
 COSTANZA
 Pria che d’amar ti lasci,
 la vita lascerò, dolce mio bene.
 Ei vien. Giovi alle mie
435il finger crudeltà per le sue pene.
 ROBERTO
 Mia Costanza... tu neghi
 al tuo fedel Roberto anche d’un guardo
 il misero diletto?
 COSTANZA
 Sdegna amore il mio grado e vuol rispetto.
 ROBERTO
440(Infelice amor mio, non v’è più speme).
 COSTANZA
 Udisti?
 ROBERTO
                 Udii, regina.
 COSTANZA
 Or che chiedi?
 ROBERTO
                              Inchinarmi.
 COSTANZA
 Altro?
 ROBERTO
               Non più.
 COSTANZA
                                  Rispetta il grado e parti.
 ROBERTO
 Ubbidisco... E sì tosto (Mostra di partire e poi si ferma)
445obbliasti l’amor?
 COSTANZA
                                  Regina e moglie,
 in amore, o Roberto,
 più non deggio ascoltar che il re mio sposo.
 ROBERTO
 (Mie tradite speranze).
 COSTANZA
 (Fosse almeno Gualtier così vezzoso).