Griselda, Venezia, Niccolini, 1701

 SCENA V
 
 CORRADO e ROBERTO
 
 CORRADO
 
    Ferma il piè; l’amato ben,
 se tu parti, piangerà.
 
    Se non temi le sue pene,
 non che amor, non hai pietà.
 
 ROBERTO
975Risoluta è quest’alma...
 CORRADO
 Di partir?
 ROBERTO
                      Da l’indugio
 non attendo che morte.
 CORRADO
 Lasciar la tua Costanza?
 ROBERTO
 Aver vicino il ben perduto è pena.
 CORRADO
980Con alma più tranquilla
 incontra il fato e rasserena il ciglio.
 ROBERTO
 Cerco al duolo rimedio e non consiglio.
 COSTANZA
 
    Usignuolo che vai scherzando (Di dentro)
 di ramo in fronda, di fronda in fior...
 
 CORRADO
985Roberto.
 ROBERTO
                   O dolci accenti,
 ond’io stupido resto.
 COSTANZA
 
    Usignuolo che vai scherzando (Segue)
 di ramo in fronda, di fronda in fior,
 io t’insegno il mio caro amor.
 
 ROBERTO
 
990Mio caro amor.
 
 COSTANZA
 
    Dove miri le spiagge più amene, (Come sopra)
 spiega il canto, arresta il volo,
 che là spira il dolce bene;
 e poi digli il mio dolor.
 
 ROBERTO
 
995E poi digli il mio dolor.
 
 CORRADO
 Immobile rassembri?
 ROBERTO
                                           Ah! Tu mi desti
 da l’amabil letargo.
 CORRADO
 E fermo ancora?...
 ROBERTO
                                    A la fatal partita.
 CORRADO
 Attendi almen...
 ROBERTO
                                 Che su’ miei lumi un altro
1000stringa colei che adoro?
 Che a l’ara sacra accenda
 de l’imeneo le faci?
 Che le dia sposo abbracciamenti e baci?
 CORRADO
 Sì, questo sol, poi parti.
 ROBERTO
1005Sacrifizio crudel, non vo’ mirarti. (Costanza soprarriva a Roberto che in vederla si arresta)
 CORRADO
 
    Prendi, se partir vuoi, (A Roberto)
 da que’ bei sguardi ond’ardi,
 l’ultimo caro addio.
 
    E voi, pupille belle, (A Costanza)
1010stelle del ciel d’amor,
 almeno di conforto
 spargete il suo dolor,
 se non di obblio.