Griselda, Venezia, Niccolini, 1701

 SCENA II
 
 OTONE fra guardie e detto
 
 OTONE
 (Amor, tu dammi aita).
 Supplice inchino il mio monarca.
 GUALTIERO
                                                               Otone,
 confessato delitto
 divien minore. Un reo, che niega o tace,
875nuovo fallo commette,
 bugiardo o contumace.
 Il ver mi esponi e a l’ardir tuo prometti
 più facile ’l perdono.
 OTONE
 Giudice o re, ti temo,
880sia quel che premi o tribunale o trono.
 GUALTIERO
 Tu di rapir Griselda
 poc’anzi osasti.
 OTONE
                               Al testimon del guardo
 tace il labbro e ’l conferma.
 GUALTIERO
                                                    Ove di trarla
 destinavi rapita?
 OTONE
885Lungi da questi lidi, ove non fosse
 in tua mano il ritorla.
 GUALTIERO
 Chi ’l consigliò?
 OTONE
                                (Che potrò dire?)
 GUALTIERO
                                                                  A l’opra
 chi diè stimolo?
 OTONE
                                (Ardisci,
 timido cuor). Mio sire, (S’inginocchia)
890pietà, perdono.
 GUALTIERO
                               Sorgi e in dir sincero
 libero a me ragiona.
 OTONE
 Dal cor, più che dal labbro, odine il vero. (Si leva)
 Sa ’l ciel se alor che in trono
 mia regina e tua sposa
895sedea Griselda, io la mirai con altro
 sguardo che di vassallo.
 Dal tuo ripudio e da’ suoi mali, in seno
 pietà mi nacque; e poi ne nacque amore
 che sprezzato e deluso
900usò pria la lusinga, indi il rigore.
 GUALTIERO
 (Che sento?) Ami Griselda?
 OTONE
                                                      Amor fu solo
 che a rapirla m’indusse.
 GUALTIERO
 Né del real mio sdegno
 ti rattenne il timor?
 OTONE
                                       S’amo in Griselda,
905signore, un tuo rifiuto, e di qual fallo
 reo ti rassembro?
 GUALTIERO
                                   Otone,
 col cor del suo monarca ama il vassallo.
 OTONE
 Fa leggieri i delitti
 forza d’amore.
 GUALTIERO
                              Al merto
910di te, degli avi, al sangue
 sparso a pro del mio regno, a la tua fede
 diasi l’error.
 OTONE
                          Diasi l’oggetto ancora.
 GUALTIERO
 Griselda?
 OTONE
                     Una, che un tempo
 fu regina e tua moglie
915e scorno tuo, ch’erri fra monti e boschi...
 Innalza un tuo rifiuto e in lei permetti
 ch’io, sposo erede, ami i tuoi primi affetti.
 GUALTIERO
 A me venga Griselda. (Alle guardie, scendendo dal trono)
 Vedi se t’amo. Il giuro, Otone, il giuro
920su la mia fede; alora
 ch’io mi sposi a Costanza, avrai Griselda.
 OTONE
 O dono! O gioia! Al regio piè prostrato
 lascia...
 GUALTIERO
                 No, prima attendi
 che la grazia si adempia e poi la rendi.
 OTONE
 
925   Vedi, o re, nel mio contento
 la grandezza del tuo dono.
 
    Così grande in me lo sento
 che il poter di più bearmi
 manca a te, manca al tuo trono.