Griselda, Venezia, Niccolini, 1701

 SCENA XII
 
 GUALTIERO e le suddette
 
 GUALTIERO
 De’ tuoi be’ sguardi è troppo indegno, o cara,
735questo rustico tetto.
 COSTANZA
                                       Illustre e degno
 la sua gentile abitatrice il rende.
 GUALTIERO
 Anche qui vieni a tormentarmi, o donna?
 GRISELDA
 Mio re, non è mia colpa.
 Questo è ’l povero mio soggiorno antico.
 GUALTIERO
740Più non dirmi tuo re ma tuo nemico.
 COSTANZA
 Se i prieghi miei del tuo favor son degni...
 GUALTIERO
 E che non può Costanza
 su questo cor?
 COSTANZA
                             Concedi
 che più dal fianco mio costei non parta.
745Ne la reggia, ne’ boschi, ovunque i’ vada,
 mi sia compagna o serva.
 GUALTIERO
 A te serva costei? Qual sia ti è noto?
 COSTANZA
 Se miro a’ panni, è vile,
 nobil, se al volto.
 GUALTIERO
                                 È questa
750quella un tempo mia moglie
 che amai per mia sciagura, alzata al trono,
 perché ne fosse eterna macchia.
 COSTANZA
                                                            (Oh dio!)
 GUALTIERO
 Quella che nota al mondo
 reser la sua viltade e l’amor mio.
 COSTANZA
755Griselda?
 GUALTIERO
                     Ah! Più non dirlo; anche al mio labbro
 venne il nome abborrito e pur lo tacque.
 Più ignobil moglie...
 GRISELDA
                                        (E più fedele...)
 GUALTIERO
                                                                       Non nacque.
 COSTANZA
 Sia vile; oscura sia; con forza ignota
 un amor non inteso a lei mi stringe.
 GUALTIERO
760Difficil nodo.
 COSTANZA
                           E in amistà più raro.
 GRISELDA
 A maggior tolleranza il cor preparo.