Griselda, Venezia, Niccolini, 1701

 SCENA II
 
 COSTANZA e poi ROBERTO
 
 COSTANZA
 Pria che d’amar ti lasci,
 la vita lascerò, dolce mio bene;
 ma qui giovi a le mie
475il finger crudeltà per le sue pene.
 ROBERTO
 Mia Costanza, tu nieghi
 al tuo fedel Roberto anche d’un guardo
 il misero diletto?
 COSTANZA
 Sdegna amore il mio grado e vuol rispetto.
 ROBERTO
480Infelice amor mio!
 COSTANZA
 
    D’un ciglio, d’un guardo
 a’ rai più non ardo.
 Già spenta è la face
 d’amore per me.
 
485   Più luce di scettro
 mi piace, mi accende
 che in mano risplende
 di sposo e di re.
 
 ROBERTO
 Cor mio, non v’è più spene.
 COSTANZA
490Udisti?
 ROBERTO
                 Udii, regina.
 COSTANZA
 Or che chiedi?
 ROBERTO
                              Inchinarti.
 COSTANZA
 Altro?
 ROBERTO
               Non più.
 COSTANZA
                                  Rispetta il grado e parti.
 ROBERTO
 Ubbidisco... E sì tosto (Mostra di partire e poi si ferma)
 obbliasti l’amor?
 COSTANZA
                                  Regina e moglie,
495in amore, o Roberto,
 più non devo ascoltar che il re mio sposo.
 ROBERTO
 (Mie tradite speranze).
 COSTANZA
 (Fosse almeno Gualtier così vezzoso).