Griselda, Venezia, Niccolini, 1701

 SCENA XIV
 
 GRISELDA, ELPINO con EVERARDO. Poi OTONE nascosto
 
 ELPINO
 Qual chiedesti, ecco il figlio.
 Tel concedo un momento.
 Temo usarti pietà con mio periglio. (Elpino si ritira. Otone a parte lo afferra e li parla all’orecchio)
 GRISELDA
375Everardo, o soave
 frutto de l’amor mio,
 in te già di quest’alma
 bacio una parte, bacio
 l’immagine adorata
380del mio Gualtiero; e in un sol bacio sento
 rallentarsi il rigor del mio tormento.
 OTONE
 Ciò che imposi eseguisci. (A parte ad Elpino)
 GRISELDA
 Labbro vezzoso e caro.
 OTONE
                                           A me, Griselda, (Corre a prenderle di mano il fanciullo)
 lascia...
 GRISELDA
                 Ancora un momento.
 OTONE
385Non posso.
 GRISELDA
                       Aimè! Di vita
 toglimi ancor. (Elpino guarda Otone)
 OTONE
                              Che più dimori? (Ad Elpino minacciandolo)
 ELPINO
                                                               Invano. (Le toglie affatto il fanciullo)
 GRISELDA
 Chi è di cor sì spietato
 che nieghi ad una madre un dolce amplesso?
 ELPINO
 Tel dica Otone. (Mostrandole Otone che si avanza)
 OTONE
                                Il tuo Gualtiero istesso.
 GRISELDA
390Da labbro più odioso
 giugner non mi potea nome più caro.
 OTONE
 Io pietoso tel lascio.
 GRISELDA
 Ricuso il dono.
 OTONE
                              Ingrata.
 GRISELDA
                                               Ecco veloce,
 per non soffrir tuoi sguardi,
395a la fatal partenza il cor si appresta.
 (Mio Gualtier, ti ubbidisco).
 OTONE
                                                      Odi; ti arresta.
 GRISELDA
 
    So che vuoi parlar d’amore;
 né al mio core
 sa piacer la tua favella.
 
400   Non dar luogo a la speranza,
 così vuol la mia costanza
 e ’l tenor de la tua stella.