Griselda, Venezia, Niccolini, 1701

 SCENA VI
 
 OTONE
 
 OTONE
 Troppo avvezza è Griselda
155tra le porpore al fasto; la corona
 adito non le lascia a’ miei sospiri.
 Ma forse col diadema
 deporrà la fierezza;
 e lontana dal soglio
160avrà forse pietà del mio cordoglio.
 Con sì bella speranza, io primo a l’ire
 mossi la facil plebe;
 fei parerle che indegna
 fosse troppo Griselda
165di dar figli a Gualtiero, eredi al trono.
 Tal, crudel per amore, empio per fede,
 piango colei ch’io solo
 misera feci; e ’l frutto
 de’ mali suoi nel suo possesso attendo.
170Perdonami, o Griselda.
 Non ti posso acquistar se non ti offendo.
 
    Chi regina mi disprezza
 pastorella mi amerà.
 
    Le dà fasto la grandezza.
175Gentilezza
 potrà darle la viltà.