Lucio Vero, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 BERENICE e LUCIO VERO sul trono
 
 BERENICE
 Ove sono? Che miro? O dio! Qual scena
1055e di lutto e di orror? Qual da un tiranno
 reggia crudel mi si presenta agli occhi?
 Di Tieste qui forse
 si preparan le cene? A chi si adorna
 l’orribile apparato? A chi fa mai
1060pompa de’ suoi terrori?
 Misera Berenice, ancor nol sai?
 
    Caro sposo, e dove sei
 che mi lasci afflitta e sola?
 
    Se hai pietà de’ mali miei,
1065mi rispondi e mi consola.
 
 Oimè! Fra tanti orrori
 del più barbaro ancor non m’era avvista.
 LUCIO VERO
 (Pur mi vide).
 BERENICE
                              Spietato,
 ch’esser vuoi testimon de’ miei tormenti,
1070dimmi, dov’è il mio sposo?
 Che ne facesti? È morto forse? E forse
 è di tua crudeltà questo il teatro?
 LUCIO VERO
 Ben lo saprai.
 BERENICE
                            S’ei giace
 vittima d’empietà, concedi almeno
1075che spirar possa l’alma
 sul caro busto. A me l’addita omai.
 Ov’è? Se l’uccidesti,
 a che mel celi? A che?
 LUCIO VERO
                                           Tosto il vedrai.
 BERENICE
 Sì, vedrò... Ma che ascolto?
1080Qual funesta armonia, qual suon lugubre
 mi ferisce l’udito? E il cor mi piaga?
 Quale oggetto?
 LUCIO VERO
                              Già s’apre (Si apre una porta)
 l’uscio fatal.
 BERENICE
                         Che fia?
 Teme, affanni, sospetti,
1085finite di squarciar l’anima mia.