Lucio Vero, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA II
 
 ANICETO e LUCIO VERO
 
 ANICETO
 Sorge l’alba più pura;
465spiran l’aure più molli; e più giocondo
 in sì bel giorno applaude,
 monarca invitto, a’ tuoi sponsali il mondo...
 Tu sol mesto passeggi? E sol tradisce
 le tue, le nostre gioie il tuo dolore?
 LUCIO VERO
470Se perdo Berenice, io perdo il core.
 ANICETO
 E che? Teme un augusto
 perder ciò ch’è già suo? Che gli è più caro?
 Se Lucilla non vuoi,
 sia pur tua Berenice.
475Cesare, a chi può tutto, il tutto lice.
 LUCIO VERO
 Ma Roma e che dirà?
 ANICETO
                                          Taccia e ubbidisca.
 LUCIO VERO
 Aurelio?
 ANICETO
                   In tuo potere
 è il miglior di sue forze.
 LUCIO VERO
 Ma la ragion?
 ANICETO
                            Chi regna
480per ragione ha il piacer.
 LUCIO VERO
                                              La fama?
 ANICETO
                                                                  Al volgo
 non lice giudicar l’opre de’ grandi.
 LUCIO VERO
 Dunque a che mi consigli?
 ANICETO
 Chiedi a te ciò che vuoi;
 dell’ubbidir tocca la gloria a noi.