Enone, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA II
EGLE
EGLE
Dall’amante tradita,
dall’amica schernita,
dovrò tacer? Pur vidi a’ miei sospiri
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Paride impietosirsi. Enon giurarmi
pur mille volte intesi
che mai non l’amerebbe e che da forza
d’invincibil destin n’era costretta.
Ma che? Ridonsi gli empi
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di lor proteste e del destino e d’Egle;
e il non ultimo io son de’ lor diletti.
Misera! E tacerò? Meriterei
con sì vile indolenza i torti miei.