Lucio Vero, Venezia, Niccolini, 1700

 SCENA VI
 
 BERENICE e LUCIO VERO sul trono
 
 BERENICE
 Cesare a me fa un dono?
 LUCIO VERO
 Cesare a te lo deve.
 BERENICE
 Dono spietato e degno
 de la man d’un tiranno,
1095che racchiudi? Che ascondi? O dio! Tu forse,
 sotto a quel nero vel, del caro sposo
 la tronca testa... Ah, che in pensarlo io manco,
 sudo, agghiaccio... O codarda
 destra di Berenice,
1100che più badi a scoprirlo?
 Tu ancor mi sei rubella?
 Tu non osi ubbidirmi? Ardisci, o lenta.
 
    Su quel caro volto esangue
 vo’ finir l’egro respiro.
 
1105Scuopri, o man; mira, o sguardo... O dio! Che miro? (Allo scoprirsi del bacino, s’ode una sinfonia allegrissima; cade l’apparato lugubre della scena che si cangia in un salone imperiale. Sul bacino trova Berenice la corona e lo scettro. Lucio Vero scende dal trono. Aniceto comparisce dal fondo della scena)