Enone, Vienna, van Ghelen, 1729-1730

 SCENA IV
 
 PRIAMO e AGELAO
 
 PRIAMO
 Paride a me qui venga. (Parte una delle guardie reali)
 AGELAO
 (Son fuor di me).
 PRIAMO
                                   Di tanta
730iniquità, cui non s’udì l’uguale,
 che ti sembra, Agelao?
 AGELAO
 Paride a l’omicida
 dando il giusto gastigo,
 re, non mancò a le leggi.
 PRIAMO
735Mancò, ingannando la gentil donzella,
 col prometterle cosa
 che, se osservata, ingiusto,
 se inosservata, lo rendea spergiuro.
 AGELAO
 Con l’imeneo se le compensi il danno.
 PRIAMO
740La salvezza di Niso essere il prezzo
 dovea de’ suoi sponsali.
 Quello se le defrauda. Il suo possesso
 fatto è ingiuria e rapina. Enon delusa
 vuol giustizia e l’avrà;
745e Paride morrà .
 AGELAO
 Morrà?...
 PRIAMO
                    Puoi dubitarne?
 AGELAO
 Paride sventurato!
 Mal si puote sfuggir forza di fato.
 
    Vorrei... Ma che?... Non so...
750Guardati... Ah! Cor non ho;
 (ed ei non sa perché).
 
    Risvegli in te pietà
 saper che in verde età
 non è maturo il senno
755e forte il cor non è.