Enone, Vienna, van Ghelen, 1729-1730

 SCENA VI
 
 ENONE
 
 ENONE
455Semplice! Si credea strapparmi almeno
 un sospiro dal seno.
 Di qual arte si valse
 per farsene un trofeo! Quasi l’ottenne,
 ch’anco una falsa idea d’aspra sciagura
460basta a scompor di un’alma
 il diletto e la calma... Ah! Se mai vero
 fosse... No. Taccia il labbro
 ciò che non crede il cor. Pur mi sto in pena
 per Niso. Impaziente
465son d’abbracciarlo. Anche ogni breve indugio
 è a chi molto disia lungo dolore.
 Ma Paride è fedel. Chetati, o core.
 
    Benché smarrita e sola
 la pavida cervetta,
470speranza la consola
 che il caro ben verrà.
 
    Cerca d’intorno e guarda
 or prato, or selva, or lido;
 duolsi di lui che tarda;
475ma sa quant’egli è fido
 e disperar non sa.