Enone, Vienna, van Ghelen, 1729-1730

 SCENA V
 
 ENONE con seguito di ninfe
 
 ENONE
 
    Già salvo il germano,
145l’amante già sposo,
 perché sì angoscioso,
 mio core, perché?
 
 Qual più ingiusto timor fu mai del mio?
 Tolto fra poco il mio germano a morte,
150l’abbraccerò... Ma non ancor l’abbraccio.
 Paride, per cui tanto
 fu in affanno il disio, pure è mio sposo...
 Ma le pronube tede a l’ara sacra
 non anco sfavillar. Quanto in mia pena
155sono ingegnosa! Eh! Lungi,
 importuno timor. Vedrò a l’aprile
 pria venir meno i fiori, al sole i rai
 che a Paride la fé mancar giammai.