Enone, Vienna, van Ghelen, 1729-1730

 ARGOMENTO
 
    Fra i molti figliuoli che Priamo, re di Troia, ebbe da Ecuba, sua consorte, uno ne fu Alessandro, il quale, natogli appena, fu da lui consegnato ad Agelao, suo fedel servo, con ordine di lasciarlo esposto alle fiere nelle foreste del monte Ida; e ciò per aver sognato la regina che quel fanciullo sarebbe una facella distruggitrice di tutto il suo regno. Il fanciullo adunque fu esposto da Agelao, il quale, in capo a cinque giorni essendo ritornato a vedere ciò che ne fosse avvenuto, trovò che un’orsa lo aveva allattato; la qual cosa lo indusse a ricondurlo segretamente in sua casa e ad allevarlo sotto nome di Paride, tacendone a tutti la real condizione, fuorché ad Egle, sua figliuola, che se n’era invaghita. In capo a molti anni Paride, segnalandosi tra gli altri pastori col suo senno e col suo valore, ebbe il governo di quel paese. Innamorossi della ninfa Enone, figliuola del fiume Cibrene, dalla quale egli altresì fu riamato ma nascosamente, per temenza dei vaticini del padre, il quale le avea predetto che sarebbe la più miserabil donna del mondo, se mai avesse sposato Paride. Ora avvenne che Niso, fratello di Enone, avendo ucciso in una rissa il pastore Alceo, fu da Paride condannato a morte; e la vegnente mattina doveasi eseguir la sentenza. Enone andò a gittarglisi a’ piedi per fargliela rivocare; ma non le riuscì di ottenere la grazia, se non a condizione di prima sposarlo la stessa notte. Ciò che quindi ne avvenisse intendesi dal proseguimento del dramma, al quale danno motivo di maggior viluppo l’amicizia di Niso e di Eurialo, nei versi di Virgilio cotanto celebre, l’andata del re Priamo in Ida, per solennizzare i funerali del creduto morto Alessandro, e ’l riconoscimento di questo. Gran parte di questi avvenimenti si ha dal libro III di Apollodoro, la cui narrazione mi è piaciuto di seguitare, anzi che quella di Igino e di altri che diversamente ne parlano; e molte cose ancora se ne son tratte dall’Epitia di Giovanni Batista Giraldi.