Caio Fabbricio, Venezia, Pasquali, 1744 (Caio Fabbrizio)

 SCENA XI
 
 FABBRIZIO
 
 FABBRIZIO
 Dura necessità ch’esser io deggia
 giudice di Volusio!
 Di lui che già m’elessi
 in genero, anzi in figlio. E chi a tal legge
1420può costrignermi?... Chi?... Forse al protervo
 fato, che il preme, esimerò il suo capo,
 se il giudizio ricuso?
 Anzi più affanno a lui, più scorno a Roma
 fia che un barbaro re sotto la scure
1425mandi un capo romano
 in figura di reo. No, non fia vero.
 L’onta è comune. Mi dimandan questo
 sacrifizio funesto e patria e onore.
 Il farò. Pirro il vegga.
1430Di romana fortezza armati, o core.