Lucio Vero, Venezia, Niccolini, 1700

 SCENA XIV
 
 BERENICE, ANICETO e NISO
 
 BERENICE
 Invan.
 ANICETO
                Meglio rifletti. Il tuo rigore
 fia sentenza di morte...
 BERENICE
                                             A Berenice?
 Lieta l’incontro.
 ANICETO
                                A Vologeso.
 NISO
                                                       Udisti?
 BERENICE
810(A sì barbaro assalto, alma, resisti).
 Ed è ver?
 ANICETO
                     Non v’è scampo.
 Cesare ti presenta
 o la sua destra o ’l capo altrui. Funesto
 ti sembra il colpo? O lo sospendi o ’l vibra.
815Scegli a tuo grado; il gran momento è questo.
 BERENICE
 Che mai far deggio? Io, sposo,
 ti vedrò esangue? E spirerai quell’alma?
 E chiuderai que’ lumi?
 Que’ dolci lumi? Ite ad augusto... O dio!
820Io d’altri e non più tua? Che far degg’io?
 
    Io sposar l’empio tiranno?
 Io mirar lo sposo estinto?
 Che farai, misero cuor?
 
    Per uscir dal labirinto
825sarai crudo o traditor?
 
 ANICETO
 Che risolvi?
 NISO
                         Che badi?
 BERENICE
 Sì, che più sto dubbiosa?
 Io di Lucio consorte? Ah, Vologeso,
 se a tal prezzo ti salvo, io più ti perdo.
830No, spietati, d’augusto
 non sarò mai. Pria Berenice e seco
 mora il suo sposo.