Caio Fabbricio, Venezia, Pasquali, 1744 (Caio Fabbrizio)

 SCENA IX
 
 SESTIA e poi VOLUSIO
 
 SESTIA
825Teme il padre a ragion. Nel campo ostile
 a che ascoso e furtivo? (Vede Volusio)
 VOLUSIO
 (Secondate i miei sforzi, o dei quiriti).
 SESTIA
 (Non m’inganno. Egli è desso).
 VOLUSIO
 Qui Sestia. Oimè! (In atto di partirsene)
 SESTIA
                                     Tanto, Volusio, temi (Lo ferma)
830l’aspetto mio? Tu me fuggir? Che debbo
 creder di te? Deposto,
 non men che l’armi, hai ’l cor romano? Oh! Fossi,
 qual ti piansi, anzi estinto.
 VOLUSIO
 Più giustizia mi renda,
835Sestia, il tuo cor.
 SESTIA
                                 Ti giudico e condanno,
 non da quel che già fosti
 ma da quel che ora sei.
 VOLUSIO
                                             Pochi momenti
 ti renderanno del tuo error più accorta.
 SESTIA
 Trarmi d’affanno or puoi. Dimmi, che pensi?
 VOLUSIO
840Per comun bene un memorabil colpo.
 SESTIA
 Deh! Se ancor m’ami e vuoi ch’io il creda, a parte
 chiamami di tua gloria. Anch’io, Volusio,
 le forti cose oprar posso e soffrirle.
 VOLUSIO
 Si compiaccia al tuo amor. V’ha chi n’ascolti? (Guarda intorno)
 SESTIA
845Siam soli. Benché schiava,
 mi si lascia in custodia alla mia fede,
 favor che deggio a Pirro.
 VOLUSIO
 A Pirro? Ah! Tu il nomasti. In lui cadranno
 l’ire vendicatrici;
850né qui mi fuggirà, se a me non manco,
 la vittima ch’errai.
 SESTIA
                                     Dall’opra audace
 qual vantaggio ne speri?
 VOLUSIO
 Da un fier nimico e da un tiranno amante
 liberar Sestia e Roma.
 SESTIA
855Perder tu vuoi più tosto
 Roma, Sestia e te stesso.
 Su via. Pirro s’uccida. E poi? Di pace
 rifioriran gli ulivi?
 Sciolti andranno i cattivi?
860Io libera, tu salvo,
 le belle rivedrem rive del Tebro?
 No. L’ira più feroci
 darà l’armi all’Epiro. Il roman sangue
 bagnerà i nostri ceppi,
865misto col mio. Ma no, Volusio. Il meno,
 che qui tema, è per me. Veggo il tuo rischio,
 veggo quello del padre. Or va’. Per cieca
 cupidigia di gloria un colpo tenta
 oltraggioso alla patria, a noi funesto.
870Ma non sperar che questo
 tra gli Scevoli possa e i Deci eroi
 la memoria eternar de’ fasti tuoi.
 VOLUSIO
 Sestia, fra’ tuoi spaventi
 Pirro, ah! tu non rammenti? Altra a lui credi
875forse dover mercede.
 SESTIA
 Che dir vorresti?
 VOLUSIO
                                  Un re che t’offre amante...
 SESTIA
 Oltre non dir. Già lo comprendo. Il fiero
 ardir, che qui ti guida,
 anzi da un cor geloso
880parte che generoso.
 Arrossisci del torto
 fatto alla tua virtù, fatto alla mia.
 VOLUSIO
 Ma Pirro...
 SESTIA
                       Ei né lusinghe ha né minacce,
 onde s’abbia a sedur nel cor di Sestia
885il dover e l’amor. Tu riedi al Tebro.
 VOLUSIO
 E che? Vorrai tormi l’onor?...
 SESTIA
                                                       Sì, il voglio.
 VOLUSIO
 Ma lasciarti in balia...
 SESTIA
 Forte più ch’altro è la costanza mia.
 VOLUSIO
 Lascia che almeno spettator ne resti.
 SESTIA
890No. Tu il rischio di Sestia esser potresti.
 VOLUSIO
 
    Dicesti: «Voglio».
 Sospiro e parto.
 Basta così.
 
    Sola qui resti.
895Ah! Tu potresti
 del rio comando
 pentirti un dì. (Volusio, veduto Pirro, passa all’altro viale, poi torna di nuovo verso di Sestia)