Caio Fabbricio, Venezia, Pasquali, 1744 (Caio Fabbrizio)

 SCENA VII
 
 FABBRIZIO, SESTIA e poi TURIO
 
 FABBRIZIO
 Figlia...
 SESTIA
                 Signor, quel tuo sì fosco aspetto
 casi infausti mi annunzia.
 FABBRIZIO
750Se non infausti, perigliosi. In breve
 tutto saprai.
 SESTIA
                          Penoso indugio!
 FABBRIZIO
                                                          Il soffri,
 sinché Turio qui ascolti. Egli a me viene.
 SESTIA
 Non lunge intanto a questi muti orrori
 de’ miei ragionerò miseri amori. (Ritirasi e va a passeggiar pel giardino)
 TURIO
755Al legato roman Turio i suoi reca
 ossequiosi omaggi.
 FABBRIZIO
 Che mi chiedi in tuo pro?
 TURIO
                                                  Silenzio e fede.
 FABBRIZIO
 Parla e nulla temer.
 TURIO
                                       Quanto amor possa
 di libertà, Roma al tuo cor lo dica.
760Tema di servil giogo ardir ne diede
 a pugnar contro voi. Vinti, non domi,
 cercammo in Pirro un difensor. Ma Pirro
 fatto è il nostro tiranno.
 Patti obblia, cambia leggi, annulla riti;
765e infin ne toglie sacrifizi e numi.
 Come più sofferirlo?
 Si corregga l’error. Roma ne accolga
 sotto l’aquile sue. Per me ten porge
 preghi un popolo intero.
770Sotto il dolce suo impero
 respirerem sicura
 e onesta libertà. Merto a ottenerla
 ne faccia il tor di vita il vostro, in Pirro,
 formidabil nimico.
775Letal velen gli darà morte. È pronta
 tazza e ministro. Omai
 vendichi Pirro esangue
 l’onte comuni. Assai
 noi di pianto versammo e voi di sangue.
 FABBRIZIO
780Turio, non è in un solo
 l’arbitrio del Senato. Egli è la mente
 de’ consigli e dell’opre.
 Fa’ che un foglio assicuri
 la fede, i voti e le promesse. Il nome
785vi soscrivano teco
 i duumviri, i capi
 delle decurie e gli altri magistrati.
 In mia man poi lo fida.
 TURIO
 Tanto farem; né tua virtù concede
790dubitar di tua fede.