Caio Fabbricio, Venezia, Pasquali, 1744 (Caio Fabbrizio)

 SCENA IV
 
 PIRRO e CINEA
 
 PIRRO
 Eh! Seguane che vuol; sien di Bircenna
 i rimproveri giusti,
 sien del roman saggi i consigli, ho troppo
695fisso nel core il fatal dardo. Astretto
 da insuperabil forza
 sono ad amar.
 CINEA
                             Non s’ama,
 quando amar non si vuol.
 PIRRO
                                                 Cinea, ben tosto
 rieda quella al suo Illirio;
700ed intenda esser vano
 recar querele e minacciar vendette.
 CINEA
 Io più mi guarderei da donna irata.
 PIRRO
 Parli a Sestia il mio core e il suo si ascolti.
 CINEA
 Ti cimenti a ripulse.
 PIRRO
705Femmina per costume ama grandezza;
 e man non si disprezza
 che, potendo oltraggiar, porge un diadema.
 Sestia è schiava; io son re. M’ami o mi tema.
 
    Non dirmi ingiusto e rio.
710Ingiusto è l’idol mio;
 crudele è la beltà che tal mi rende.
 
    Con placide acque e chiare,
 quel fiume andrebbe al mare;
 ma v’entra di repente
715un torbido torrente
 che il corso ne sconvoglie e il bel ne offende.