Caio Fabbricio, Vienna, van Ghelen, 1729

 SCENA XI
 
 FABBRICIO
 
 FABBRICIO
 Dura necessità! Ch’esser io deggia
 giudice di Volusio,
 di lui che già mi elessi
1415in genero, anzi in figlio. E chi a tal legge
 può costrignermi?... Chi?... Forse al protervo
 fato, che il preme, esimerò il suo capo,
 se il giudicio ricuso?
 Anzi più affanno a lui, più scorno a Roma
1420fia che un barbaro re sotto la scure
 mandi un capo romano
 in figura di reo. No. Non fia vero.
 L’onta è comune. Mi dimandan questo
 sacrificio funesto e patria e onore.
1425Il farò. Pirro il vegga.
 Di romana fortezza armati, o core.