Caio Fabbricio, Vienna, van Ghelen, 1729

 SCENA IX
 
 PIRRO e CINEA
 
 CINEA
 Qual pro dalla sua morte?
 PIRRO
 Perderò un fier nemico.
1340Punirò un’alma ingrata.
 CINEA
 Fora miglior consiglio usar clemenza.
 PIRRO
 Sestia non la implorò. Da l’esser chieste
 le grazie de’ regnanti acquistan pregio.
 Va’, Cinea. Sotto l’armi
1345l’esercito disponi. Il campo tutto
 vegga qual si gastighi
 chi a la vita di un re tenta gl’insulti.
 CINEA
 Ma, signor...
 PIRRO
                          Va’. Ubbidisci.
 Il facondo tuo dir, cui più conquiste
1350deggio che a l’armi mie, fra i suoi trionfi
 non conterà quel del mio sdegno. Io voglio
 che tremino una volta odio ed orgoglio. (Va a sedere al tavolino. Lo ascolta alquanto e poi scrive)
 CINEA
 
    Scrivi. Lo vuol vendetta.
 Scrivi la ria sentenza.
1355Sdegno la detta. E poi?
 Dolor succederà.
 
    L’alma tornando in calma,
 de’ ciechi sdegni suoi
 con sé si sdegnerà. (In questo viene il capitano delle guardie di Pirro a parlargli all’orecchio e poi al cenno di Pirro si parte)