Caio Fabbricio, Vienna, van Ghelen, 1729

 SCENA VII
 
 PIRRO, SESTIA e CINEA
 
 PIRRO
 Morte e pena, sì, avrai che degna sia
 de la tua audacia e de l’offesa mia.
 SESTIA
 Misera me! (Da sé)
 PIRRO
                          Troppo il tuo duol sofferse.
1280Sestia, ti lascio in libertà di pianto.
 Andiam, Cinea.
 CINEA
                                Son teco.
 PIRRO
 Supplice a me verrà. (Piano a Cinea)
 CINEA
                                          Né pur d’un guardo
 ne degna.
 SESTIA
                     Che farò? (Da sé)
 PIRRO
                                         Che cor protervo! (Piano a Cinea)
 Vana pietà qui più t’arresta. Andiamo. (A Cinea)
 SESTIA
1285Ahimè! Dove, o signor? Che far pretendi?
 PIRRO
 A dar morte a l’iniquo.
 SESTIA
 L’odio di Sestia avrai.
 PIRRO
 L’amor non meritai. L’odio non curo.
 SESTIA
 Movati il mio dolor.
 PIRRO
                                       Del mio ti calse?
 SESTIA
1290Deh! Se vuoi che al tuo piè... (Volendo proseguire vede Fabbricio che la riguarda e le fa cenno)
 PIRRO
                                                       Cinea, tel dissi (Piano a Cinea)
 che supplice verria.
 CINEA
                                       Sta ancor pensosa. (Piano a Pirro)
 SESTIA
 L’amor mi sprona. Mi spaventa il padre. (Da sé)
 Sestia, che ha roman petto e che è sua figlia,
 avvilirsi non dee... Ma ’l mio Volusio?... (Guarda di nuovo il padre. Pirro e Cinea parlano sommesso)
1295Vani saranno i preghi.
 Si vorrà di sua vita
 che sia prezzo il mio amor.
 PIRRO
                                                   Non viene ancora?
 SESTIA
 Va’ pur. Volusio e con lui Sestia mora. (A Pirro risoluta. Pirro guarda Cinea. Fabbricio fa applauso a Sestia. Sestia sta di nuovo pensosa)
 PIRRO
 
    Alma crudele,
1300senza pietà,
 quel sì fedele
 tuo caro amante,
 sì, morte avrà.
 
    E ne l’estremo
1305de’ suoi sospiri
 sai che dirà?
 Non che il conquide
 la mia giust’ira
 ma che l’uccide
1310tua crudeltà.