Caio Fabbricio, Vienna, van Ghelen, 1729

 SCENA VII
 
 FABBRICIO, SESTIA e poi TURIO
 
 FABBRICIO
 Figlia...
 SESTIA
                 Signor, quel tuo sì fosco aspetto
745casi infausti mi annuncia.
 FABBRICIO
 Se non infausti, perigliosi. In breve
 tutto saprai.
 SESTIA
                          Penoso indugio!
 FABBRICIO
                                                          Il soffri,
 sinché Turio qui ascolti. Egli a me viene.
 SESTIA
 Non lunge intanto a questi muti orrori
750de’ miei ragionerò miseri amori. (Ritirasi e va a passeggiar pel giardino)
 TURIO
 Al legato roman Turio i suoi reca
 ossequiosi omaggi.
 FABBRICIO
 Che mi chiedi in tuo pro?
 TURIO
                                                  Silenzio e fede.
 FABBRICIO
 Parla e nulla temer.
 TURIO
                                       Quanto amor possa
755di libertà, Roma al tuo cor lo dica.
 Tema di servil giogo ardir ne diede
 a pugnar contro voi. Vinti, non domi,
 cercammo in Pirro un difensor. Ma Pirro
 fatto è ’l nostro tiranno.
760Patti obblia, cambia leggi, annulla riti;
 e infin ne toglie sacrifici e numi.
 Come più sofferirlo?
 Si corregga l’error. Roma ne accolga
 sotto l’aquile sue. Per me ten porge
765preghi un popolo intero.
 Sotto il dolce suo impero
 respirerem sicura
 e onesta libertà. Merto a ottenerla
 ne faccia il tor di vita il vostro, in Pirro,
770formidabil nemico.
 Letal velen gli darà morte. È pronta
 tazza e ministro. Omai
 vendichi Pirro esangue
 l’onte comuni. Assai
775noi di pianto versammo e voi di sangue.
 FABBRICIO
 Turio, non è in un solo
 l’arbitrio del Senato. Egli è la mente
 dei consigli e de l’opre.
 Fa’ che un foglio assicuri
780la fede, i voti e le promesse. Il nome
 vi soscrivano teco
 i duumviri, i capi
 de le decurie e gli altri magistrati.
 In mia man poi lo fida.
 TURIO
785Tanto farem; né tua virtù concede
 dubitar di tua fede.