Caio Fabbricio, Vienna, van Ghelen, 1729

 SCENA IV
 
 PIRRO e CINEA
 
 PIRRO
 Eh! Seguane che vuol; sien di Bircenna
 i rimproveri giusti,
690sien del roman saggi i consigli, ho troppo
 fisso nel core il fatal dardo. Astretto
 da insuperabil forza
 sono ad amar.
 CINEA
                             Non s’ama,
 quando amar non si vuol.
 PIRRO
                                                 Cinea, che tosto
695rieda quella al suo Illirio
 e che intenda esser vano
 recar querele e minacciar vendette.
 CINEA
 Io più mi guarderei da donna irata.
 PIRRO
 Parli a Sestia il mio core e ’l suo si ascolti.
 CINEA
700Ti cimenti a ripulse.
 PIRRO
 Femmina per costume ama grandezza;
 e man non si disprezza
 che, potendo oltraggiar, porge un diadema.
 Sestia è schiava. Io son re. M’ami o mi tema.
 
705   Non dirmi ingiusto e rio.
 Ingiusto è l’idol mio;
 crudele è la beltà che tal mi rende.
 
    Con placid’acque e chiare,
 andria quel fiume al mare;
710ma v’entra di repente
 un torbido torrente
 che il corso ne sconvoglie e ’l bel ne offende.