Caio Fabbricio, Vienna, van Ghelen, 1729

 SCENA VI
 
 BIRCENNA e TURIO
 
 BIRCENNA
 Udisti con qual fasto
 risponda e tratti i re?
 TURIO
                                          Quell’alterezza
 torna in pro di Bircenna.
 Pirro non è riamato. Ecco per lei
285ne l’affetto una speme,
 ne l’ingiuria un piacer.
 BIRCENNA
                                             Tutte ella dunque
 contra Pirro infedel l’ire rivolga.
 TURIO
 E le vendette ancor. Me la gran donna
 avrà non vil compagno.
 BIRCENNA
290Che? Quando in armi è Pirro
 contra Roma per voi, tal gli si pensa
 render mercede?
 TURIO
                                   Ah! Tu non sai qual duro
 giogo per lui ne prema.
 Meno Roma or temiam. Ma quando ancora
295altra in Turio ragion d’odio non fosse,
 dal tuo bel labbro esca un comando; e a norma
 del tuo cor reggo il mio.
 BIRCENNA
                                              Tanto già m’ami?
 TURIO
 Dal tuo sguardo primier vinto e conquiso.
 BIRCENNA
 Un facile amator non è costante.
 TURIO
300Il vero amor nasce in un punto; e ’l breve
 tempo, che s’interponga
 tra ’l mirar vago oggetto e ’l non amarlo,
 è un torto a la beltà! Chi tosto l’ama,
 meglio il poter ne riconosce e ’l merto.
 BIRCENNA
305Orsù, ti credo amante e lo gradisco;
 ma salda fé n’esiggo e pronta aita.
 TURIO
 A costo anche di vita.
 BIRCENNA
 Nulla tentar, s’io nol comando. A Pirro
 moverò per Bircenna i primi assalti.
 TURIO
310E se al dover non cede?
 BIRCENNA
 Di Turio alor cimenterò la fede.
 
    Credo e ti accetto amante;
 e amor ti renderò;
 ma pria da te vorrò
315prontezza e fedeltà.
 
    Più d’uno a bel sembiante
 tutto promette amando;
 ma al primo che il cimenta
 difficile comando
320si arretra, si sgomenta
 e meritar non sa.