Caio Fabbricio, Vienna, van Ghelen, 1729

 SCENA II
 
 CINEA con seguito di epiroti, PIRRO e TURIO in disparte
 
 PIRRO
50Qui dal Tebro Cinea?
 CINEA
 Signore, io non credea,
 avvezzo ad ammirar Pirro e i suoi gesti,
 cosa altrove incontrar, di cui stupirmi.
 PIRRO
 Qual Roma a te sembrò? Quale il Senato?
 CINEA
55Quella un tempio di dei, questo un consesso
 di re.
 TURIO
              (Qui per la patria udir mi giovi).
 PIRRO
 Ma di Pirro i trofei sparso vi avranno
 e scompiglio e terror.
 CINEA
                                          Da le sconfitte
 sorgon più alteri. Io temo
60che un’idra di più capi
 tu abbia preso a domar.
 PIRRO
                                              Ferro non basta?
 Vi saran fiamme. Un’altra
 Troia farò di Roma. Anch’io son Pirro.
 Ma Roma accetta i patti? O in sua ruina
65la superba si ostina?
 CINEA
 L’udrai da’ suoi legati, a’ quai presiede
 Fabbricio, uom consolar.
 PIRRO
                                                Di Sestia il padre?
 CINEA
 Di lei che è spoglia tua...
 PIRRO
                                               Dilla, o Cinea,
 mia vincitrice, mia regina e dea.
 CINEA
70In Pirro amor?
 PIRRO
                               Comune
 debolezza agli eroi. Ne’ miei grand’avi
 ferma il pensier. Vi troverai gli Achilli,
 i Pirri, gli Alessandri.
 Qual di lor non amò? Gli occhi di Sestia
75sul cor di Pirro han vendicato il Tebro.
 CINEA
 Sestia è romana; e ’l fasto
 roman più le sue toghe
 apprezza che le clamidi reali.
 PIRRO
 Arde d’ostri la mia che le dan pregio
80maggior. Necessità doma alterezza.
 CINEA
 Da l’Illirio a te in breve
 qui fia Bircenna...
 PIRRO
                                    Nozze
 da lontano segnate. Io saprò sciorle.
 CINEA
 Il venir di Fabbricio...
 PIRRO
85Mi giovi. Un picciol campo
 so che è la sua ricchezza.
 CINEA
                                               In su l’aratro
 sudar, segnando i solchi, io stesso il vidi.
 PIRRO
 Cinea, l’armi di Pirro han vinta Roma;
 e i tesori di Pirro
90vinceranno Fabbricio.
 CINEA
                                           In tua lusinga,
 vedi che il tuo gran core
 troppo facili palme a sé non finga.
 
    Tanto, o re, no, non fidarti
 di tua forza e di tua sorte.
 
95   Può la sorte abbandonarti;
 e vi sono anche vicende
 per chi è grande e per chi è forte. (Sentesi il suono de’ timpani e delle trombe. Pirro ascende sul trono, stando in piedi dall’uno dei lati, Cinea e Turio dall’altro)