Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA ULTIMA
 
 SESTIA, VOLUSIO, poi BIRCENNA e i suddetti
 
 SESTIA
 Teco morir vo’ anch’io. (A Volusio)
 VOLUSIO
1615Crudel che sei! Tal mi consoli?
 SESTIA
                                                          O dio!
 PIRRO
 Per resister a Roma
 e per vincerla ancor petto ho che basta
 e forze ancor. Sol tua virtù mi ha vinto.
 Riedi invitto al tuo Lazio.
1620Te seguano giulivi
 i romani cattivi; A a te li rendo;
 te Volusio già assolto, a te lo dono.
 E Sestia, a me ancor cara... Ah! Dir nol posso
 che non ne frema il core!,
1625col suo amante fedel segua il buon padre
 e obblii di Pirro l’infelice amore.
 VOLUSIO
 In un barbaro re spirti sì eccelsi!
 SESTIA
 Che gioia inaspettata!
 
 Vanne; e sii meno amante o sii più figlia.
 
    Che barbara sorte!
 Lo sposo va a morte;
 il padre il condanna,
 che sorte tiranna!
 E ancor mi si vieta
 lo sfogo il martir.
 
    Ch’io cessi, Vietarmi, puoi crudele,
 Puoi fiero ed [illeggibile]
 tu puoi dal lagnarmi
 Viietarmi  il lagnarmi
 ma tormi non puoi
 l’amar e ’l morir.
 
    Saprai vietarmi
 puoi, padre, il lagnarmi
 puoi pianti e querele
 Ah duol [illeggibile]
 puoi fiero ed austero
 vietarmi il lagnarmi.
 
 SCENA XIII
 
 FABBRICIO e poi VOLUSIO
 
 PIRRO
 Darei pace anche a Roma Se mia gloria il soffrisse,
1630darei pace anche a Roma;
 non già che più di costoro
 siami a cor la difesa; io gli abandono
 a la loro viltade e al lor rimorso;
 ma trar d’Italia il piede e da le tempia
1635strapparmi io stesso i già raccolti allori,
 parria viltà. Con Roma guerra con Roma io voglio Con Roma
 guerra fra l’arme guerra che accenda onor non odio o sdegno
 Il vostro o vincitore vedransi il Campidoglio
 o debellato tornerà. Guerra Parria viltà. Guerra con Roma io voglio;
 guerra d’onor, non d’odio; e un dì mi onori accolga
 o vincitore o anche vinto il Campidoglio.
 FABBRICIO
 Gran re, non dai trofei che ti dier l’armi
1640ma da quei che or ti dà l’anima eccelsa,
 Roma conoscerà che mai non ebbe
 più dubbio Marte a sostener. Volusio,
 Sestia, i cattivi, io più di tutti, al Tebro
 spargerem le tue lodi
1645e l’armi appresterem. Ma credi, o Pirro,
 che, assai più che da guerra e da vittoria,
 vien da pace a un buon re grandezza e gloria.
 BIRCENNA
 E nel comun contento io sola, o Pirro io sola
 rimarrò desolata?
 PIRRO
1650No, principessa. Attendi
 che meglio spente sien del primo incendio
 le ancor fervide fiamme vampe.
 Sol ne l’alme incostanti
 un amor l’altro incalza. Il mio vuol tempo.
 BIRCENNA
 L’abbia. Ne son contenta. Ma spera e chiede
 Poco? Ne son contenta
 Ma che si faccia [illeggibile] renda a me, lo spera e ’l chiede
 ben tosto il tuo dover e la mia fede
 Mi devi il tuo imeneo. Lo spera e ’l chiede
 ben tosto il tuo Ben to
1655L’abbia. Ne son contenta.
 Ma che ti ottenga il tuo cor, già spera e
 Ma che [illeggibile] ti renda mio, già spera e ’l chiede
 ben tosto il tuo dovere e la mia fede.
 Ma la mia fede e ’l tuo dover rammenta.
 CORO
 
    La gloria è un gran bene,
 la brama ogni cor.
 
 PIRRO
 
    Di lei si compiace
1660chi in campo guerriero...
 
 FABBRICIO
 
 Chi in grembo di pace...
 
 BIRCENNA
 
 Dal regno io la spero.
 
 SESTIA, VOLUSIO
 
 Io l’ho nel tuo amor.
 
 Fine del dramma