Mitridate, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VIII
 
 DORILAO, MITRIDATE, FARNACE e ARISTIA
 
 DORILAO
 Eccoti, sire, il verde serto, il sacro
 liquore e l’aureo nappo.
 MITRIDATE
 Tutto colà si posi.
 Io sacerdote e re, dei coniugali
1615numi ai riti ministro, e Giuno invoco
 e Lucina e Imeneo
 e Cupido e Lieo.
 Quella di verdeggiante edra tu prendi
 ghirlanda, o figlio, e ne corona il vaso;
1620e poi lascia ch’io ’l vino
 versi nel nappo e lo ricolmi. Intanto
 suon ne accompagni e canto. (Farnace prende la ghirlanda e la mette intorno il vaso; lo presenta dipoi a Mitridate che n’empie versa [illeggibile] versato versa nella tazza)
 DORILAO e ’L CORO
 
    Auspici e liete
 a noi scendete,
1625Giuno e Lucina;
 e tu Imeneo
 col buon Lieo;
 
    e Cupidine ancor qui batta intorno
 l’ali festose e scuota l’arco adorno.
 
 MITRIDATE
1630Ecco, la tazza or prendo; e se or v’è inganno,
 odanmi ognuno tutti; e se or v’è inganno, scenda
 sovra il mio capo ogni sciagura. Io primo,
 fido mallevador, ne beo gran parte.
 DORILAO
 Qual dubbio or più rimanti?
 ARISTIA
1635Comincio a respirar.
 MITRIDATE
                                         Prendila, o figlio;
 e pria quello che in dito anel ti splende
 riponvi e di tua man poscia la porgi
 a l’amabile sposa. (Farnace cavasi l’a di dito l’anello, datogli da Mitridate, e lo pone nella tazza che poi da lui vien presentata ad Aristia)
 ARISTIA
 Prence, da la tua man venirmi cosa
1640che mi offenda non può. Di ardir già piena,
 se non di gioia, ecco l’accosto... (In atto di voler bere, vien fermata da Ladice che impetuosa correndo arriva a tempo di torle di mano la tazza e di gittarla a terra, insieme con l’anello ripostovi)