Mitridate, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA V
 
 OSTANE
 
 OSTANE
 Così va. Nei gran mali (Qui solamente si comincia a levarsi in piedi)
 la colpa è dei più deboli. Ma poco
1530di ciò, di Aristia ho pena. Ella esser deve
 certo in qualche aspro rischio.
 Me ne avvidi a le smanie
 de la regina; e in queste
 di ravvisar mi parve anche la madre.
1535Insomma è ver che, se se non bada al saggio
 parlar di chi da l’uso e da l’etade
 è addottrinato, gioventù si perde.
 Statene in guardia, o voi
 di fresca guancia e di bel volto adorne.
1540Siavi Aristia in esempio. A lei sol venne
 onta, danno e periglio
 dal seguir genio e dal fuggir consiglio.
 
    Qual pro da cocchio aurato,
 senza una man che ’l regga
1545e i fervidi destrier freni e corregga?
 A rompersi egli va tra balze e sassi.
 
    Beltà, qualor rigetti
 da sé consiglio e guida,
 spinta dai caldi affetti,
1550ove non dee trascorre e a perder vassi.