Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XII
 
 SESTIA e FABBRICIO
 
 SESTIA
 Grazie agli dii. Grazie al buon padre. Il cielo
 m’ebbe pietà. Tu dal furor di Pirro
 m’hai Volusio protetto.
 FABBRICIO
                                             Onde il sapesti?
 SESTIA
 Or or da Pirro istesso.
 FABBRICIO
1435E che a te disse [illeggibile] Che ti disse?
 SESTIA
                                                                             Padre genitore,
 chiedi il tuo sposo. Ei ne ha l’arbitrio.
 FABBRICIO
                                                                      Ah! Figlia.
 SESTIA
 Che? Tu sospiri? Il re mi avria delusa?
 FABBRICIO
 Purtroppo è ver. Da me il destin ne pende.
 SESTIA
 E pena l’amor tuo, quando mel rende?
1440Tu suocero di lui, [illeggibile] d tu padre mio...
 FABBRICIO
 Mi si taccia altro nome.
 FABBRICIO
 Giudice di Volusio ora son io.
 SESTIA
 Giudice suo, potresti?...
 FABBRICIO
 Condannarlo, se è reo.
 SESTIA
                                           Deh! Qual dal labbro
 ti uscì barbara voce!
 FABBRICIO
 Il cor mio ne freme, ha pena
 più del tuo cor. Qui venni
 di Volusio in soccorso.
 SESTIA
 Pur. Ma l’uccidi. O dio! Volusio uccidi.
1445Che mai fece il meschin? Qui non si tratta
 di perfide congiure
 o di leggi sprezzate leggi o di negletta
 militar disciplina. Ai Giuni, ai Manli Il sol suo fallo
 queste lasciam crude memorie [illeggibile]
 per cui Roma ne ha pregio
 e natura ne ha orror. Tutto il suo fallo
 è aver pensato e non tentato un colpo,
1450per cui gli si dovria da te e da Roma
 premio, non che perdono.
 FABBRICIO
 Risponderti per Roma
 potrei; ma Pirro e non Fabbricio or sono.
 SESTIA
 Morrà dunque il mio sposo?
 FABBRICIO
 Sì, se giusto sarà. Lagrime, preghi
 con me risparmiar puoi.
 E se ti [illeggibile] ’l tuo amor ne freme,
 sul destino di lui piangi se ’l vuoi.
 SESTIA
 Misero! Ah! Pirro ancora
 fosse ’l giudice suo. Potrei sperarlo
 inesorabil meno:
 o qualche sfogo pace almeno
 potrei dare al mio affanno
 d’empio [illeggibile] sfogando l’odio mio sul suo tiranno.
 FABBRICIO
 Sestia. (Con fierezza)
 SESTIA
 Ahimè! Nei trasporti
 del mio dolor perdo ragion. Perdessi
 così anche vita. Padre,
 tutto osa il suo rigor. Mal lo dividi.
 Me ancor condanna, se Volusio uccidi.
 FABBRICIO
 Non più. Già mi facesti
 abbastanza arrossir de’ di tuoi sospiri querele de’ tuoi sospiri
 i tuoi vani desiri
 che ingiusto mi vorrien dal core esiglia.
 FABBRICIO
1455Sì, se giusto sarà.