Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XI
 
 FABBRICIO
 
 FABBRICIO
 Dura necessità! Ch’esser io deggia
 giudice di Volusio,
 di lui che già mi elessi
 in genero, anzi in figlio. Ah E chi a tal legge
1420può costrignermi?... Chi?... Forse al protervo
 fato, che il preme, esimerò il suo capo,
 se il giudicio ricuso?
 Anzi più g affanno a lui, più scorno a Roma
 fia che un barbaro re sotto la scure
1425mandi un capo romano
 in figura di reo. No. Non fia vero.
 L’onta è comune. Mi dimandan questo
 sacrificio funesto e patria e onore.
 Il farò. Pirro il vegga.
1430Di romana fortezza armati, o core.