Mitridate, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA lI
 
 DORILAO e poi APAMEA
 
 DORILAO
 Tanto agli affetti altrui diedi sinora
 che il mio... Vien chi l’accese. (E tra sé parla).
 APAMEA
 
1400   Dimmi il vero, or che siam soli;
 amor mio, come stai tu?
 
    Di’ se piangi il ben che perdi
 o se è ver che ti consoli
 una misera virtù.
 
 DORILAO
1405Sì pensosa, Apamea?
 APAMEA
                                          Dimmi: «E sì mesta?»
 DORILAO
 Di che?
 APAMEA
                  E mel chiedi? Amo Farnace e ’l perdo.
 DORILAO
 Non credea che potesse esserti in pena (Questi versi benché cancellati si trascrivano)
 opra ch’era in tuo voto.
 APAMEA
 Eh! Prence, altro è ’l dovere, altro è l’amore;
1410il dover fa i suoi sforzi;
 ma l’amor si risente; e alfin vien tempo
 che si accorge del danno e ne sospira.
 DORILAO
 Ma se ne pente alor?
 APAMEA
                                         No, che il pentirsi
 senza pro gli torria quel suo di gloria
1415miserabil conforto.
 DORILAO
 Ti ammiro e ti compiango.
 APAMEA
 Pietà rendanmi tutti; un fido amante
 siami in util consiglio e diami pace.
 DORILAO
 Cancella di Farnace
1420l’immagine dal core.
 APAMEA
 Sì altamente vi sta che ne dispero.
 DORILAO
 Altra ponvi in sua vece.
 APAMEA
 Altra? Ma quale? Altra? Ma quale?
 APAMEA
 Di merto almeno eguale Ma qual? Di merto almeno egual l’addita.
  sia a l’oggetto che perdo.
 DORILAO
 Io tal non sono Di tanto io non mi pregio.
1425Ma se conti in mio pro la lunga fede,
 le sofferenze...
 APAMEA
                             È questo
 quel generoso amor, ch’io ti richiesi,
 di amar solo sempre Apamea più che te stesso?
 DORILAO
 Nol feci in ubbidirti?
1430Per un rival mi esposi,
 e ciò che è più, per un rival che amavi.
 APAMEA
 Perché appunto io l’amava,
 quest’era il tuo dover.
 DORILAO
                                           Di Mitridate
 l’ire in me provocai.
 APAMEA
                                        Qual è l’amante,
1435cui per l’amato oggetto
 non sia caro il morir? Lo vantan tutti;
 e se pochi lo fan, vuoi tu de’ vili
 seguir l’esempio? Onorerò, se muori,
 di lagrime il tuo rogo
1440e la tua tomba spargerò di fiori.
 DORILAO
 Pietosa inver mercede!
 APAMEA
 Ritienti il tuo consiglio e vanne omai
 e sollecita pur le per me infauste
 nozze, onde alcun di speme
1445adito non mi resti.
 DORILAO
 E poi verrò dal tuo dolore a udirne
 rimproveri e querele...
 APAMEA
 E a soffrirle e a compiangere il mio amore
 e del tuo a non parlar.
 DORILAO
                                           Beltà crudele!
 
1450   Quando a voler amar s’indusse il core,
 piacer mi presentò, mi ascose affanno.
 
    Or che penando ei sta: «Cor mio» gli dico
 «meschin, mi fai pietà, se il tuo fu errore;
 crudel, sdegno mi fai, se il tuo fu inganno».