Mitridate, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VII
 
 LADICE e i suddetti
 
 LADICE
 Se infelice sinora
1250fosti, lagnati, Aristia,
 di te, non di Ladice.
 Risparmiar tu potevi
 a me sdegni, a te rischi
 e dirò ancora ad Apamea sospiri.
1255Farnace era tuo sposo. Ei la tua fede
 aveva e tu la sua. Perché non dirlo?
 Né Tigrane avria chieste
 nozze per Aristi Apamea; né Mitridate,
 in patto di amistà, le avria giurate.
 FARNACE
1260S’ella tacque, o regina,
 se ne incolpi Farnace.
 ARISTIA
 E se un maggior delitto
 non pareami il silenzio, ancor nel seno
 chiuso starebbe al mio dover l’arcano.
 APAMEA
1265(Affetti miei, voi sospiraste invano).
 LADICE
 Principe, a te or mi volgo; e del paterno
 perdono in pegno e de l’assenso ancora,
 ch’ei presta a’ tuoi sponsali,
 ecco il pronubo anello (Gli dà l’anello di Mitridate)
1270che dal dito real, ben tu ’l ravvisi,
 si trasse ei stesso, onde tu ’l serbi e al lieto
 festeggiar di tue nozze
 a la dolce tua sposa il porga e ’l doni.
 ARISTIA
 (Sì subite vicende?)
 FARNACE
1275Donna real, quai posso?...
 LADICE
 Nulla a me, tutto al padre. Egli ti attende
 ai più teneri amplessi.
 FARNACE
                                            A lui mi affretto;
 e tu grata qui adempi il mio difetto. (Parte)
 GORDIO
 (Mi rode ira e dispetto).