Mitridate, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VI
 
 APAMEA, poi GORDIO e i suddetti
 
 APAMEA
 Quando in più grato ufficio, (Correndo verso Farnace)
 man, ti piegasti? ti adoprasti?
 ARISTIA, FARNACE
                                                         Principessa...
 APAMEA
                                                                                    A terra,
 giù da coteste braccia, (Levandogli e gittando poi la catena)
1235piene d’alto valor, ceppi sì indegni.
 ARISTIA, FARNACE
 Apamea...
 APAMEA
                      Fate core. E prieghi e pianti
 han vinta la regina.
 ARISTIA
 Creder lo deggio? (Gordio si avanza tenendo in mano la spada di Farnace) (Portano la spada col fodero)
 FARNACE
                                    E ’l genitor feroce?...
 GORDIO
 Guardie, partite. (Al cenno di Gordio partono i 12 del Ponto) Anch’egli
1240si è reso ai voti di Ladice e diemmi
 l’onor... (Vuol presentare a Farnace la spada e Apamea gliela leva di mano)
 APAMEA
                  No. A me l’onore
 di ripor questo ferro al nobil fianco. (La cing mette al fianco di Farnace)
 FARNACE
 Che fido amor!
 APAMEA
                               Ma sfortunato ancora.
 GORDIO
 (Come mai? Non intendo). (A parte)
 APAMEA
                                                     E Aristia tace?
 ARISTIA
1245Godo nel mio Farnace;
 ma non è, il so, sì facile a placarsi
 né il destin né Ladice
 per Aristia infelice.