Mitridate, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA PRIMA
 
 OSTANE, poi ARISTIA
 
 OSTANE
 Spesso cerchiamo ciò che ignorato è male
1060e poi saputo è peggio.
 Tanto fec’io che alfin sentor mi giunse
 che qui sia Aristia e d’un suo certo amore
 confusamente ragionar intesi... (Aristia sopraviene e l’osserva in disparte)
 Guardisi ben da me.
 ARISTIA
                                         (Quel che là miro
1065parmi... Egli è desso. Sì). Padre, che padre (Va a lui)
 te ognor chiamai, te dirò padre ognora;
 in qual tempo a me vieni?
 Forse al novello giorno,
 forse al finir di questo
1070non mi trovavi in vita.
 OSTANE
 Aristia.. Ahimè!... Che narri?...
 A sgridarti io venia. Già son tutt’altro.
 Il vicin tuo periglio
 vinti ha i giusti miei sdegni.
 ARISTIA
                                                      Oh! Mai da Roma,
1075mai da Ostane fuggita oh! non mi fossi!
 OSTANE
 Né di quel tuo Farnace
 mai dato avessi orecchio a le lusinghe.
 ARISTIA
 Un casto amor non rinfacciarmi.
 OSTANE
                                                             Casto?
 ARISTIA
 Lo san gli dii di Roma, alor presenti
1080ai pudichi sponsali.
 OSTANE
 E perché a me tacerlo? A che furtiva?...
 ARISTIA
 Ben del commesso error soffro la pena.
 OSTANE
 Così a figlia succede
 che si regge a suo senno. Or donde il rischio?
 ARISTIA
1085Dal mio stesso imeneo.
 OSTANE
 Che sì, che il tuo Farnace è già pentito?
 ARISTIA
 Anzi troppo fedel. Le nozze ei sprezza
 di vergine real. Quindi nel in [illeggibile] nel padre
 minacce ed ire. Ambo ne siam l’oggetto.
1090Per lo sposo io sol temo,
 che di me poco calmi e poco spero.
 OSTANE
 Freno a pena le lagrime, i tuoi casi
 sì mi trafiggon l’alma.
 Chi sa che il ciel qui tratto
1095non m’abbia in tua salute.
 Tempo a perder non v’è.
 ARISTIA
                                               Dove, o buon padre?
 OSTANE
 Ove de’ tuoi sinor natali occulti
 squarciar si possa il velo; e se qual credo,
 nobil sangue sortisti, il re lo sappia
1100e propizio si renda e i casti affetti
 di Farnace [illeggibile] e di Aristia ami e rispetti.
 
    Non dovrei... Fuggirmi, ingrata?
 Non dovrei... Lasciarmi in pianto?
 Non dovrei più amarti tanto
1105né di te più aver pietà.
 
    Ma son facile al perdono,
 quando ascolto intendo un sol sospiro
 o due lagrime rimiro
 di un’amabile beltà.