Caio Fabbricio, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA X
 
 SESTIA, PIRRO e VOLUSIO
 
 SESTIA
 (Partì a tempo. Ecco Pirro).
 PIRRO
895(Amor di re parli una volta e vinca). (In lontano)
 VOLUSIO
 Soffri... (A Sestia)
 SESTIA
                  Ahimè! Son perduta.
 VOLUSIO
 Veder Pirro e lasciarti? Io nol potei.
 SESTIA
 Nulla osar.
 VOLUSIO
                       Nulla ei tenti. (Si ritira alquanto)
 SESTIA
 O perigli! O tormenti! (Pirro, dando un’occhiata a Volusio che in atto riverente ritirasi alquanti passi, si avanza verso di Sestia)
 PIRRO
900Spiega, o Sestia, oltre l’uso
 dolor, ne’ tuoi begli occhi, atre divise.
 Senza g acerba grave cagion non sei sì mesta
 e colui ne fu forse il nuncio infausto. (Mostrando Volusio)
 SESTIA
 (Che gli dirò?) Nol niego,
905signor. D’amara angoscia il cor sta oppresso.
 Volusio, a cui, se avversi
 fati non si opponean, sarei già sposa,
 nel passato conflitto
 cadde da forte eroe. Ragion faceagli in dirlo
910quell’uom guerrier che ne la pugna il vide.
 VOLUSIO
 E le dicea che su Megacle al pari
 di feroce lion scagliarsi il vidi
 e con più colpi al suolo
 stenderlo, in lui credendo
915di più nobil trionfo ornar sua fama.
 PIRRO
 Che Volusio sia estinto,
 Sestia, più non ti dolga.
 SESTIA
                                              Ah! L’ho presente
 troppo nel core e troppo, o dio!, negli occhi.
 VOLUSIO
 E troppo è fresca la memoria acerba.
 PIRRO
920L’amor mio risarcisce
 con usura i tuoi danni.
 SESTIA
 Soffrirli con virtù mi fa conforto.
 VOLUSIO
 E rimedio, che affligga, accresce i mali.
 PIRRO
 Altra gloria è per te l’esser consorte
925di chi vanta in retaggio impero e trono,
 che di chi mendicando
 va un precario comando.
 VOLUSIO
 I beni han più il lor prezzo
 da l’idea che ne abbiam che da sé stessi.
 PIRRO
930Costui...
 SESTIA
                   Fa’ ch’egli taccia e a me si lasci
 il risponder a Pirro. (Pirro volgesi con ira verso Volusio, il quale mostra di rispettarne il comando e torna a ritirarsi alquanti passi in lontano. Escono intanto d’un viale Turio e Bircenna, seguiti da un soldato armato d’arco e di dardo)